Pittrice

Sylvia Teri

Sylvia Teri

Pittrice

What a piece of work is a man! How noble in reason, how infinite in faculty! In form and moving how express and admirable! In action how like an angel, in apprehension how like a god! The beauty of the world…

Che capolavoro è un uomo! Quanto nobile nella ragione, quanto infinito nella facoltà! In forma e movimento come espresso e ammirevole! In azione come un angelo, in apprensione come un dio! La bellezza del mondo…

Hamlet


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Biografia

Sylvia Teri, nata negli Stati Uniti, si è trasferita a Firenze dove la sua arte è cresciuta e trasformata. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte, la Scuola d’Arti Visive “Art è”, l’Istituto d’Arte Lorenzo dei Medici, e la Scuola Internazionale di Arti Grafiche “Il Bisonte”.
In seguito, la scoperta e l’uso libero di nuove materie, l’accostamento di colori che di solito sono in conflitto hanno completato la sua ricerca artistica.

La figura umana è il soggetto preferito dall’artista. La sua ricerca pittorica è comminciata disegnando e poi dipingendo la struttura corporea osservando e disegnando modelli dal vero. Sempre in cerca di nuovi punti di vista, ha comminciato ad usare gli organi interni della figura come singoli soggetti, trovando un infinità di forme e di colori. Anche il suo approccio alla pittura si è lentamente trasformato. Da una precisa rappresentazione, ha trovato la sua intima e privata relazione con la sua arte, cioè l’astrattismo. Con i nuovi lavori ha completamente abbandonato una visione reale. Disegni di nuove forme comminciarono ad emergere più fluide e suggestive, rappresentando le funzioni del corpo umano. Fugaci momenti vitali, il respiro, che in questo momento è molto attuale, e il pianto diventono i nuovi soggetti.

Sylvia Teri è stata una dei fondatori del Gruppo SAFIR, movimento composto da sette artisti, da Salisburgo(A), Firenze(I),e Regensburg(D). Il progetto,(1997-2000)intitolato Casa Comune Europa portava l’arte di artisti da tre diverse nazioni europee attraverso “L’Europa Unita”. Le mostre sono state allestite in Germania, Austria e a Firenze nel Chiostro delle Donne all’Istituto degli Innocenti.

Ha partecipato in varie mostre collettive in Italia, Grecia, Korea, Danimarca, Spagna, Panama, Giappone e negli Stati Uniti. Ha allestito personali a Firenze, Siena, Ventimiglia, Palermo, Bolgheri, Pontremoli e a Linz e Hagenburg in Austria.

Critica

Grumi di colori sordi o squillanti; impasti di oscurità e di chiarore si torcono e si distendono in quelle superfici acquistando un buon dominio dello spazio mentre prove, tentazioni curiose, esperimenti di più modeste misure sono sparsi qua e là a testimoniare l’attività sperimentale continua dell’artista.

La trasparenza del vetro data a certi viluppi interni degli organi e delle membra mette in luce contemporaneamente la tensione quasi ossessiva della pittrice alle aggregazioni della materia, ai tenebricosi nodi e snodi del suo consistere e insieme il procedere di essa verso la luce e la forma. Direi che Sylvia Battista Teri sta, essa stessa, dentro questo processo, fa parte – non ne è soltanto – di questa vicenda ma sempre con più levità di tocco, con più intensa ricerca di luminosità.

Mario Luzi

Negli ultimi lavori dell’artista c’è sempre la ricerca, ricerca assoluta, quasi ossessiva di altri “spazi”, spazi animati da ipotetiche figure che Sylvia trasmette attraverso dilatazioni formali coloristiche che, come diceva Kandinski, crea attraverso una “risonanza interiore”.

La Teri, tramite la raffigurazione di alcune parti anatomiche della figura umana come la colonna vertebrale, l’omero, o l’osso iliaco riesce a cogliere in queste cose naturali l’elemento e lo spirito interiore per creare nuovi elementi di vita, degli “alter-ego” della persona, come penso lei stessa cerchi: il corpo e l’anima.

Antonio Parronchi