Pittore

Simone Cioni

Simone Cioni

Pittore immaginario

Per me la fantasia trova le sue fondamenta nell’immaginazione.


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Biografia

Simone Cioni nasce a Cascina (Pi) nel 1968. Nel 1997 scopre l’arte e vi si dedica.

Inizia con lo studio classico della figura umana e della tecnica del disegno, omaggiando i grandi maestri del Rinascimento. Dotato di particolari capacità e curiosità sia intellettive che spirituali, continua la sua ricerca sperimentando le tecniche più varie e unendole fra loro. Così avviene anche per il suo stile, che è in continuo movimento, in perenne spasmodica ricerca. Diviene un acuto osservatore del mondo. La sua figurazione è strettamente legata ai canoni realistici e il riferimento alla natura è costante, avvicinandosi così alla tradizione macchiaiola. Sono tentativi di una sua ricerca interiore, come se sulla tela cercasse la sua personalità riflessa.

Il suo percorso va avanti. Incontra pittori, espone e si confronta, sentendo di dover ricercare uno stile del tutto personale. Ha frequentato la Libera Accademia Fondazione d’arte Trossi-Uberti a Livorno sotto la guida del maestro Ferruccio Rosini. Grazie al suo insegnamento, Cioni approfondisce la tecnica e il colore, acquisisce sicurezza e personalità, così da permettersi di padroneggiare la tela e trova il leitmotiv del suo fare pittura: l’immaginazione è il suo mondo pittorico. Dal 2007 al 2010 partecipa alla rassegna “Ro Art”, Premio Città di Livorno, alla Rotonda di Ardenza di Livorno.

Hanno scritto di lui: Stefano Barbieri, Mariano Boschi, Gianluca Giunchiglia, Lia Fava Guzzetta, Filippo Lotti, Damiano Tonelli Breschi, Alessandro Toppi, Bernardo Venagli, Selina Fanteria.

Cioni vive e lavora tra Ponsacco (Pi) e Antignano (Li) dove ha il suo studio.

Critica

Traiettorie Sognanti

La pittura di Simone Cioni è un viaggio last-minute. E’ come se, colti di sorpresa da un amico che ci vuol fare un’improvvisata, venissimo “rapiti” verso lidi mai esplorati prima, verso orizzonti inattesi, terre di cui poco sappiamo. Un viaggio ha sempre un inizio ed un termine, ma davanti all’immaginario mondo di Simone il percorso sembra assumere traiettorie circolari che vanno a scavare in profondità una realtà umana molto spesso dimenticata, proprio come la Piccola Fiammiferaia. Immaginazione e realtà. Italo Calvino scriveva che “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”, da quanto questi due mondi così apparentemente lontani, si possano trovare a condividere il solito pianerottolo di casa.

Ecco che tutto ciò va a minare le nostre certezze. La prima, istintiva, reazione può essere quella di uno spaesamento totale: perdiamo la bussola, non ci sono più riferimenti, né appigli, né possiamo fare appello all’esperienza pregressa di fonte alle opere sognanti del Cioni. L’esperienza, appunto. La chiave di lettura può essere questa parola. Che valore gli diamo? Quale il significato profondo di tale termine? Se per esperienza intendiamo qualcosa che rimandi al concetto di conoscenza, allora di questo metaforico viaggio pittorico ricorderemo ben poco, una volta tornati a casa. Con questo tipo di impostazione, è come se ci mancassero gli elementi per capire, è come se ci fossimo persi qualcosa di fronte ai paesaggi estatici e trasognati del Cioni.

Quale allora l’atteggiamento da tenere? Sicuramente la fiducia e l’abbandono devono essere in cima alla lista delle regole del nostro “viaggio”. Dobbiamo infatti aver fiducia di un timoniere sicuro e affidabile come Simone: ci vuole trasmettere che i nostri schemi mentali, le regole che ci siamo imposti rappresentano talvolta delle appendici inutili, che potrebbero sbilanciare ulteriormente il nostro già claudicante cammino. Occorre dunque abbandonarsi a ciò che vediamo, dimenticandoci per un attimo di ciò che siamo nella vita, del ruolo che ricopriamo, dei preconcetti che una società stereotipata e omologata, come quella in cui viviamo, tende ad affibbiare a cose e persone.

Ecco allora che grazie a questo stato d’animo libero da ogni orpello, tutto riprende colore e vorremmo proprio essere come uno dei personaggi rappresentati dal Cioni, o come ciascuno degli animali che popolano i suoi dipinti: la farfalla, per volare liberi senza preoccupazioni; la lumaca, per goderci quel tempo che molto spesso rincorriamo e che mai raggiungiamo fino in fondo; il gabbiano, per volare in un cielo fluido e denso e goderci dall’alto sia i flutti sia le immense distese fiorite, gli alberi le cui chiome ed i cui fusti sono resi con quelle caratterizzanti volute pastose che solo a Santa Maria a Monte, celebre per la sua forma a spirale, potevano trovare il giusto spessore.

Mariano Boschi

Critica tratto dal catalogo “Nel mezzo del cammin”

L’arte di Cioni è caratterizzata dalla ricerca e dallo sviluppo di un personalissimo stile pittorico. II suo percorso va avanti, progredisce e si sviluppa. Ne è certa testimonianza questo stupendo ciclo dedicato ad una pietra miliare della letteratura mondiale. Sfida non facile da affrontare e intraprendere, ma che il nostro pittore raccoglie ed elabora in maniera magistrale. Si confronta con il suo tempo e sente di dover ricercare uno stile personale. Un guanto che viene raccolto in maniera coraggiosa, tenendo ben alto lo sguardo, sfidando gli ostacoli e le avversità. Proseguire, andare avanti, sviluppare una pittura intima, privata, sono proprio queste le doti del nostro autore, la sua forza.

Nonostante le avversità che la vita gli ha posto davanti è riuscito a reagire. La sua arte nasce dal silenzio perché la mancanza di udito lo ha portato ad ascoltare attentamente se stesso più che i suoni esterni, e attraverso questo ascolto è riuscito a creare delle visioni, frutto della sua immaginazione. Una pittura che in maniera ossimorica nasce anche dalla musica, dal suono degli strumenti che interiormente costruisce, i quali creano dentro di lui sensazioni e immagini.

Inoltre altro media fondamentale, in special modo all’interno di questo ciclo pittorico dedicato alla Commedia, risulta essere la letteratura, la quale consente di intraprendere un favoloso viaggio attraverso la fantasia e l’immaginazione. Lo sguardo è per il nostro artista un senso fondamentale da sfruttare, che lo porta a osservare attentamente le cose, le persone e la natura che lo circondano. Tutto ciò che lo contorna gli racconta storie che poi vengono impresse sulla tela. Non vi è creazione senza sofferenza, senza impegno e sforzo.

Selina Fanteria